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martedì 26 novembre 2013

PROVINCIA NON PAGA, IMPRENDITORE OCCUPA ENTE

L'AQUILA - Questa mattina l'ufficio del Presidente della Provincia dell'Aquila Antonio Del Corvo e' stato occupato. L'imprenditore Massimo Tomeo, che piu' volte aveva protestato per il mancato pagamento di un lavoro eseguito presso una scuola di Sulmona, ora, per essere ascoltato, si trova costretto ad un atto ancora piu' forte: l'occupazione. E' quanto afferma in una nota lo stesso imprendiore. Dal 3 al 29 settembre aveva protestato con lo sciopero della fame sostando giorno e notte nel suo camioncino di fronte alla sede della Provincia; dal 10 ottobre aveva ripreso con lo sciopero della fame e della sete, successivamente interrotto.
Ad oggi nulla si e' mosso, - si legge sempre nella nota - nonostante il Presidente Del Corvo in persona avesse assicurato una pronta risoluzione. Infatti, l'imprenditore nel 2011 aveva svolto i lavori in subappalto autorizzato dalla Provincia, ottenendo un certificato di eccellenza; nonostante cio' non ha ricevuto alcuna retribuzione. Durante lo svolgimento dei lavori, il signor Tomeo aveva informato la Provincia del mancato pagamento. Cio' nonostante e' stata elusa l'obbligatoria funzione di controllo relativa ai fondi statali e alle norme che regolano i contratti di appalto e subappalto nella pubblica amministrazione. Infatti, per essere retribuita, la ditta appaltatrice era tenuta a dimostrare di aver saldato il subappaltatore: cio' non e' avvenuto. Anzi, la Provincia ha pagato la ditta appaltatrice nonostante le diffide e ha continuato fino all'intervento della Magistratura. E' necessario tener conto del fatto che la ditta dell'imprenditore e' ferma dal febbraio 2012, a causa della continuata inadempienza da parte della Provincia, che ha generato un'irregolarita' nel DURC (Documento Unico di Regolarita' Contributiva), attestazione indispensabile per appalti e subappalti in lavori pubblici e privati. Oggi il signor Tomeo chiede almeno la restituzione delle spese sostenute ai fini del lavoro svolto, che sono state arbitrariamente e illegalmente consegnate alla ditta appaltatrice.