SULMONA - Dalle prime ore di questa mattina si era asserragliato sul tetto di quella che definisce la sua abitazione, al civico 43 di viale della Stazione a Sulmona, Giancarlo Marcelli, 52enne sulmonese, minacciando di farla finita. Ha protestato contro un'ingiunzione di sfratto, al grido di "sono vittima di ingiustizia", come evidenziato sul cartello in bella mostra sul balcone, che recitava "Intendo farlo sapere a tutti gli italiani non rispondo più delle mie azioni mia madre è stata truffata". Sotto casa c'era l'ufficiale giudiziario che proprio oggi, per la seconda volta, si era presentato per eseguire lo sfratto, in quanto la villetta apparterrebbe ad un altra persona. Rinviato, adesso, al prossimo venerdi 25 maggio. A convincerlo nel desistere dall'intento di buttarsi
c'erano vigili del fuoco, agenti e commissario di polizia, carabinieri, il legale del contendente e numerosi curiosi. Diversi i tentativi delle forze dell'ordine di farlo scendere, ma invano. Come la telefonata al sindaco, su sua richiesta (ma il primo cittadino era all'Aquila) e compreso quello di firmare il verbale del rinvio redatto dall'ufficiale giudiziario. Dopo aver accettato il rinvio, l'uomo ha deciso di scendere, ma non di rinunciare alla protesta. Tutti si sono allontanati dopo circa 4 ore, intorno a mezzogiorno. A raccontarci la storia e le sue motivazioni è stato egli stesso, invitandoci ad entrare in casa (foto) desideroso di render nota la vicenda.
LA STORIA
Tutto sarebbe cominciato nel 2004, ci spiega carte alla mano, quando la signora Emma Santroni, ultraottantenne padrona di casa (deceduta nell'agosto 2007) avrebbe donato la casa ad un'altra persona, per pentirsi subito dopo, in quanto, a detta sua, sarebbe stata raggirata. Ecco, quindi, la richiesta di annullamento dal notaio, che però, non potette accontentarla, perchè avrebbe dovuto seguire un iter con un avvocato. Dopo diversi anni, secondo il racconto di Marcelli, e diversi tentativi di alcuni suoi legali, la situazione restò invariata, finchè nel 2007 la signora lo adottò, rendendolo erede legittimo. "Adesso vogliono mandarmi via per occupazione abusiva dell'immobile" grida Marcelli intenzionato a proseguire la sua protesta smettendo anche di mangiare e bere. "Sto subendo delle ingiustizie". Il 3 luglio ci sarà la sentenza del giudice, ma, secondo l'altra parte, si tratterà solamente di un giudizio che acclarerà quanto già stabilito, ovvero lo sfratto in quanto non risulterebbe lui il proprietario. g.s.