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venerdì 2 dicembre 2016

I COMITATI PER IL SI DI SULMONA: ECCO PERCHÉ INVITIAMO A VOTARE SI AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

SULMONA - "Il 4 Dicembre saremo chiamati a partecipare ad un evento che cambierà la storia dei prossimi 20 anni del nostro Paese, ci esprimeremo sul referendum confermativo della riforma costituzionale.Sono decenni che sentiamo parlare della necessità di riformare la seconda parte della Costituzione quella dell’organizzazione delle Istituzioni.
Per certi aspetti se ne iniziò a discutere sin dalla prima legislatura (1948-1953) quando il Pres. Del Senato, De Nicola, istituisce il Comitato di studio sulla modifica della composizione del Senato.In passato ci sono stati diversi tentativi di riformare la Costituzione e numerose sono state le revisioni andate in porto che riguardavano essenzialmente limitati punti, non tutte queste modifiche però hanno apportato benefici, simbolica quella del titolo V del 1999 (Governo D’Alema) poi rivista nel 2001 (Governo Berlusconi) che ha creato una grandissima quantità di ricorsi di attribuzione sulle competenze tra Stato e Regioni, bloccando necessarie riforme come quella della pubblica amministrazione nota come “Riforma Madia” dichiarata inammissibile qualche giorno fa per conflitto con una delle regioni.La proposta di Riforma della Costituzione sulla quale saremo chiamati ad esprimerci ha radici lontane, 35 anni di dibattiti, dal 1983 quando fu istituita la Commissione bicamerale Bozzi , a cui hanno fatto seguito i seguenti tentativi:

·         Commissione bicamerale c.d. Bozzi (dal nome del suo presidente), 1983-1985

·         Commissione bicamerale c.d. De Mita-Iotti, 1992-1994

·         Comitato Speroni, governo Berlusconi I, 1994

·         Commissione bicamerale D’Alema, 1997-1998Comitato Brigandì, governo Berlusconi II, 2002-2004

·         Progetto di revisione approvato dalle Camere, 2005

·         Referendum costituzionale che ha bocciato il progetto approvato dalle Camere, 2006

·         Progetto della I Commissione della Camera (c.d. Violante), 2007

·         Commissione di esperti (c.d. Quagliariello), istituita dal Governo Letta, 2013.

Il 4 Dicembre abbiamo la possibilità di far nascere un nuovo Senato che diventerà la sede del raccordo tra lo Stato, le Regioni, i Comuni e le città metropolitane, una seconda Camera che proprio in funzione del nuovo ruolo vedrà una ridefinizione precisa delle competenze con tempi certi dei percorsi legislativi.

 E’ la fine del bicameralismo paritario su cui tutti i Partiti e Movimenti politici si sono sempre detti favorevoli, non una penalizzazione per le Regioni, ma un arricchimento del ruolo di rappresentanti dei territori presenti nel luogo dove si decide il nostro futuro.

Sotto questo aspetto la riforma mette mano alle storture di quello che era stato concepito come federalismo  con la modifica del Titolo V  del 2001, ma che in realtà si è trasformato in una diseguaglianza in termini di diritti dei cittadini  che proprio la Costituzione deve garantire come la  sanità, le professioni e i trasporti.

Non è vero come affermano i fautori del No che con questa riforma si riduce la democrazia, ma al contrario, si rafforzano gli strumenti di partecipazione dei cittadini, con l’introduzione dei referendum propositivi e di indirizzo, con l’abbassamento del quorum per chi riesce a presentare 800 mila firme per un referendum abrogativo e non toccando l’attuale regolamentazione per chi raccoglie 500 mila firme.

 Ma soprattutto l’obbligatorietà di discussione e votazione in Parlamento sulle proposte di legge popolare per le quali saranno richieste 150 mila firme.

il 4 Dicembre abbiamo la possibilità di scegliere se cambiare l’attuale sistema politico o lasciare tutto cosi’ com’è.

Abbiamo la possibilità di responsabilizzare la classe dirigente del nostro paese che deve assumersi  il coraggio delle scelte quale che sia il colore politico a cui essa appartiene, con governi stabili ed in grado di decidere senza ricorrere a compromessi per tutta la durata del mandato.

Ogni provvedimento sarà discusso con tempi certi dal Camera o dal Parlamento a secondo della materia da trattare senza ricorrere alla fiducia o decretazione d’urgenza una scorciatoia di molti governi per bypassare il rimpallo tra una Camera e l’altra ed accorciare i tempi.

La decretazione d’urgenza pertanto con questa riforma viene regolamentata rafforzando il ruolo del Parlamento e ridimensionando in questo senso quello dei Governi.

Infine da tempo i cittadini e tutto il mondo politico chiedevano un intervento di riduzione dei costi di funzionamento delle Istituzioni  e la riforma interviene in tal senso con l’eliminazione delle Province del Cnel  di 315 senatori e prevedendo premialità in termini di ulteriori deleghe alle Regioni che dimostreranno di avere i conti in ordine.

Scegliamo il SI per il futuro scegliamo il Si per le nuove generazioni.


Sulmona per il Si, Sinistra Dem per il Si, Sulmo Si patria est, Socialisti per il Si, Generazione Si.