Di Masci e Ranalli stanno lavorando affinché il territorio non abbia nessun rappresentante in Regione. E di questo, probabilmente, ne è consapevole anche il loro candidato, il professor Di Paolo, che si è visto costretto, addirittura, a minacciare il ritiro dalla competizione elettorale, salvo poi continuare la corsa, rinviando il “redde rationem” a dopo lo scrutinio.
Di Masci e Ranalli continuano a lavorare per conto terzi, a vantaggio delle altre realtà provinciali, convinti che un simile atteggiamento possa garantire loro, per il futuro, l’unica forma di sopravvivenza politica, senza minimamente tenere nel debito conto gli interessi della città e del suo comprensorio. E’ inaccettabile, poi, che sia proprio Di Masci, per anni politicamente vicino all’ex senatore Lusi, ad ergersi a moralizzatore, attribuendosi, così, il ruolo di giustiziere all’interno del partito democratico, chiedendo “un’esecuzione politica di Michele Fina”. Per onor di verità, trattasi sempre di quello stesso Michele Fina che ha combattuto, reclamando un partito diverso, i metodi dell’ex senatore. Pertanto, a Di Masci e Ranalli suggeriamo di smettere i panni di contoterzista e, soprattutto a Ranalli, ci permettiamo di ricordargli che è il Sindaco di Sulmona ed in quanto tale Sindaco dell’intera città, così come da lui in ogni occasione ribadito.
Pertanto, è opportuno che Ranalli non perseveri nel recitare la parte del prode scudiero del suo padrone politico, pur di mantenere a galla una maggioranza consiliare sempre più disorientata ed in grande difficoltà.
In buona sostanza, il primo cittadino farebbe bene a dimostrare un maggior senso di responsabilità e di equilibrio concentrando le sue energie sui trascurati bisogni della Città invece di fomentare beghe politiche e personali che nulla hanno a che fare con la carica che ricopre".
Giovanni Mastrogiovanni ( Portavoce Sulmona Democratica)
Mimmo Di Benedetto ( Consigliere comunale Sulmona Democratica )