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mercoledì 4 aprile 2012

OPERE D'ARTE DALL'AQUILA A SULMONA, INSORGE CIRCOLO LEGAMBIENTE AQUILANO


L'AQUILA - L'ipotesi che Sulmona possa ospitare nell'Abbazia celestiniana parte delle opere che erano conservate nel Museo Nazionale d’Abruzzo all'interno del Forte Spagnolo dell'Aquila fa storcere il naso agli aquilani, i quali insorgono e inviano subito una lettera alla sovrintendente Lucia Arbace, firmata da Francesca Aloisio  presidente del Circolo Legambiente beni culturali dell'Aquila chiedendo le ragioni  di una eventuale delocalizzazione del patrimonio nell'Abbazia morronese o in luoghi lontani dal capoluogo abruzzese e considerandola in vista di una rinascita della città dopo il terremoto. "Da tempo siamo, come cittadini, in attesa dell’adeguamento dei locali da voi individuati nell’Ex Mattatoio, nella zona monumentale delle 99 cannelle, ad accogliere una parte delle
opere aspettando il restauro e ripristino del Forte Spagnolo" scrive Aloisio "Sembra che ad oggi i locali non sono ancora utilizzabili anche se il finanziamento è già stato stanziato a questo scopo, come mai? Se questo risponde al vero, perché non cercare un luogo alternativo in questa città?" "Il Circolo
Legambiente Beni Culturali si è sempre adoperato fin da subito dopo il sisma del 6 aprile 2009 perché temi come quelli della salvaguardia, tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, monumentale ed architettonico di tutto il cratere non rimanessero solo belle parole" spiega ancora nella missiva. Le opere, in buono stato di conservazione e quelle danneggiate dal sisma, sono attualmente ospitate nel Musè Paludi di Celano per volere ministeriale (dal 4 maggio 2009) "grazie al lavoro di funzionari MiBAC, di operatori specializzati nel settore, dei dipendenti del museo e degli stessi volontari di Legambiente. Inoltre il Museo col tempo è stato potenziato con apparecchiature in grado di mantenere nei locali in cui sono le opere il più idoneo microclima secondo criteri ben definiti"
 "Si parla della città dell’Aquila come capitale della Cultura, come sito Unesco, come luogo di cultura e arte, ma la delocalizzazione delle opere equivarrebbe a candidare una città che sarebbe come una scatola vuota, privata della suo contenuto culturale ed artistico, imprescindibile dalla città stessa. Il recupero e il restauro di un patrimonio culturale eterogeneo ed esteso come il nostro deve esser considerato una priorità nella ricostruzione non solo del costruito ma anche un’opportunità di salvaguardare la cultura e l’arte, che erano il nostro vanto e che si rischia di perdere o dimenticare. L’unico modo perché questo sia possibile" conclude Aloisio "è dare fruibilità alle opere perché possano esser fonte di ispirazione per il nuovo e di studio per chi un domani si occuperà di tutelarle, per trasmettere al futuro il passato evitando l’allontanamento delle opere dall’Aquila già privata di molto".