ULTIM'ORA NAZIONALI

ULTIME NOTIZIE - Israele: "Reagiremo all'Iran" Teheran: "La risposta sarà dura"- Israele verso la risposta all'Iran: "Attacco imminente"- Amadeus divorzia dalla Rai- L'Iran: "Se Israele risponderà, reagiremo più duramente"- L'Iran invoca il diritto all'autodifesa "Non avevamo altra scelta"-

news

ULTIM'ORA DALLA REGIONE

ULTIM'ORA Roma-Pescara:Rfi aggiudica raddoppio Interporto-Manoppello-Scafa - Marsilio, confronto e condivisione sulle sfide che ci attendono- Montesilvano:Tragico schianto, con l'auto contro un muro di cemento: morti due giovani-

Sport News

# SPORT # Risultati calcio a 5 SULMONA FUTSAL BATTE SAN MARZANO E CHIUDE AL 2° POSTO, PLAYOFF COL TERZIGNO

IN PRIMO PIANO

INSEDIAMENTO NUOVO COMITATO TECNICO SCIENTIFICO DEL GEOPARCO MONDIALE UNESCO

SULMONA - "Presso la sede operativa del Parco Nazionale della Maiella, si è svolto l’insediamento ufficiale del secondo Comitato Tecnic...

TOP NEWS

TOP NEWS REGIONE ABRUZZO

FACEBOOK LIVE CENTROABRUZZONEWS

lunedì 16 gennaio 2012

"TRA CIELO E TERRA", PRESENTATO IL LIBRO SU VITTORIO MONACO

SULMONA –  “Quanta gente è partita!/ Quanta gente se n’è ita!/ Amice de na vota/ chi ci-à fatte sta uerra?/ quale viente ci-à spaliate/ diesta per la terra?”
Contrariamente a quel “vento” che “spalia” e fa disperdere gli amici, come nei versi di Vittorio Monaco (1941-2009), citati tra le pagine di “Tra cielo e terra”, il libro a più mani che da conto della poliedrica figura, della forte personalità e dell’opera poetica dell’intellettuale e studioso (docente prima e preside poi negli istituti superiori sulmonesi, politico, sindaco di Pettorano, suo paese natìo, consigliere comunale a Sulmona, amministratore di enti territoriali),  lo scorso sabato sera gli Amice de na vota c’erano tutti. Erano davvero in tanti nell’auditorium dell’Annunziata

a Sulmona, al convegno di presentazione del volume sottotitolato “Discorrendo di Vittorio Monaco”, curato dal Centro studi a lui intitolato che, con l’occasione, ha tenuto a battesimo la propria attività. “Il colpo d’occhio della sala basterebbe a dire che Vittorio ha lasciato una traccia importante” hanno affermato dal palco i relatori nei loro interventi, intervallati dalla lettura  delle poesie, eseguita da Nicolina D'Orazio, come “Fonte della fascia”,Paese mia conchiglia”, comprese quelle più significative in dialetto pettoranese “Fiocca”, “Amice, amice mia”, “Vécule” e un sonetto in romanesco “Roba de ortaggi”. Folta la platea: amministratori, ex sindaci, l’onorevole Giovanni Lolli e il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D’Amico, semplici cittadini, ex alunni, compagni. Non solo quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo bene, ma erano presenti anche coloro che lo hanno incontrato solo poche volte nella vita, magari uscendo da una conversazione come un pugile suonato, come ricorda Raffele Garofalo tra le pagine incentrate sul rapporto con la religione, ma se erano lì, sabato, qualcosa gli dovevano. Un insegnamento, uno stimolo in più per riflettere. Per qualcuno interlocutore stimolante, per altri maestro di vita, punto di riferimento culturale.  “Comunicare per Vittorio era un fatto fisiologico” scrive Garofalo “Una valanga di parole, concetti, provocazioni intellettuali, simpatiche prese in giro dalle quali difficilmente ci si salvava e che non risparmiava nemmeno a se stesso”. Ad alzare il sipario sull’ incontro Giuseppe Evangelista, presidente del Centro studi, il quale nel testo, come anche Antonio Carrara, Bruno Di Bartolo e Mimì D'Aurora, ha dato rilievo alle vicende politiche  di Vittorio Monaco a palazzo San Francesco dal 1988 al 1993, dopo l’esperienza da sindaco e vice a Pettorano, spinto dal “desiderio di uno spazio politico-culturale più ampio, di confrontarsi con tematiche diverse. Non che gli anni di Pettorano fossero stati di routine. Tutt’altro.” Eide Spedicato, docente di Sociologia dell’Università di Chieti,  parlando del  testo come composito e non agiografico, da cui emerge affettività diffusa poggiando su forti elementi, ha sottolineato la differenza tra coloro che scrivono la propria storia sull’acqua e chi, invece, incide sulla pietra, lasciando quindi importanti tracce. Contro quella “bulimia da vacuità” che tanto indispettiva Monaco.  “Una lettura interessante non solo per chi certi periodi li ha vissuti, ma anche per chi è venuto dopo” ha affermato PierUgo Foscolo, preside della Facoltà di Ingegneria dell’Aquila, soffermandosi sull’importanza del territorio per Vittorio monaco, dell’andare oltre gli aspetti formali. Conclusioni, infine, affidate a Marcello Teodonio, docente di Letteratura italiana all’Università Tor Vergata
e presidente del Centro studi Giuseppe Gioachino Belli, il quale ha evidenziato l’ispirazione unitaria del libro, ritenendo Monaco non come un personaggio del aut aut. “Tra cielo e terra non è un alternarsi di questi luoghi archetipici, ma lui resta sospeso “come in un fermo volo”, citando il verso finale di “Foglio di diario”,  una delle ultime poesie, e soffermandosi, infine, sul senso della memoria, non come ricordo, ma come speranza e impegno, che guarda al passato e vive proiettandosi nel futuro.
 “Sulle tracce di Vittorio Monaco” Nicola Auciello, in ouverture del volume, mentre la problematica della poetica è affidata a Marco Del Prete. L' impegno culturale e le passioni di una vita vengono sottolineati da Concettina Falcone e Marcello Bonitatibus. Un libero insieme di prospettive che affondano le mani nel bagaglio misto di cultura e ricordi di ogni autore, ripercorrendo la vicenda umana e letteraria dello studioso, le sue passioni civili, la sua attività di ricercatore, divulgatore della cultura e delle tradizioni popolari,  come un “viaggio nel tempo, indietro fin dove sono nati i riti, fino a lambire quello spazio eterno tra il cielo e la terra dove essi continuano a vivere”.  Dove tutto comincia, dal Capetiempe, che segna la fine e l'inizio dei cicli annuali dell'agricoltura, come riferisce Antonio Di Fonso nel saggio, spiegando come Vittorio Monaco cercasse la chiave per aprire lo scrigno in cui era custodita l’anima e l’essenza della comunità dell’Abruzzo contadino, in quanto è nel mos maiorum il punto di partenza di una civiltà. “La presenza di così tante persone in sala” ha commentato Di Fonso “ribadisce ulteriormente il fatto che Vittorio è ancora nel cuore di tanti” . G.S.