PETTORANO SUL GIZIO – Torna anche quest anno a Pettorano sul Gizio, la “Serenata” di Capodanno, un canto augurale nella notte di San Silvestro. Una tradizione dalle antiche origini che si rinnova ogni anno, tra i suggestivi vicoli di uno dei Borghi più belli d’Italia, sotto le finestre di amici e parenti fino all’alba del nuovo anno.
La gente continua ad uscire di casa e a ritrovarsi sulle strade per ascoltare la canzone e intonarla. Nella folla, sempre diversa, che si aggrega e disgrega liberamente, a volte fino alle prime luci dell’alba, riaffiora il sentimento immemorabile della festa popolare come rito comunitario e augurio corale, di tutti a tutti. Fra le tante tradizioni abruzzesi legate al Capodanno, quella
che si conserva a Pettorano sul Gizio è sicuramente una delle più antiche e
originali. Tutto comincia appena
dopo lo scoccare della mezzanotte. La
manifestazione canora, in auge da qualche decennio promossa e organizzata dall'Associazione culturale
"Pietro De Stephanis", prenderà le mosse dal Castello Cantelmo per
cantare fino all'alba
Nel 1890 Gennaro Finamore confermava quanto descritto qualche
decennio prima dal De Stephanis scrivendo che "nella sera della vigilia, dall'Avemaria fino ad ora tarda, le donne, in
brigatelle, vanno in giro nel paese, cantando auguri senza accompagnamento di
strumenti musicali". La canzone, cantata con le bocche accostate al
buco della serratura, si chiudeva con l'augurio di buon anno. La mattina dopo,
le comari tornavano nelle case dove avevano lasciato la bona nova e ricevevano la strenna in beni di natura.
Nel Capodanno del 1925, alla canzone delle donne e
all’ottava degli “artigiani” si aggiunse (e via via le sostituì entrambe) una Serenata
d’autore, eseguita da un apposito Concertino, tenuto a battesimo da Silvio Setta (1901 - 1987) e Pasquale Carrara (Pettorano Sul Gizio 1907 - USA 1960, circa). Sul finire degli anni
’40, agli inizi del secondo grande esodo migratorio che ha svuotato il paese, a
Carrara successe come paroliere Giuseppe Monaco, mentre Setta continuò ad
organizzare coro e orchestra e collaborò alle iniziative seguenti con musiche
di sua composizione, fino alla morte.
Nel corso
del decennio ‘50-’60, in un paese sempre più spopolato, la tradizione della Serenata
di Capodanno sembrò venir meno e spegnersi. Negli anni ’70 fu tuttavia ripresa, con larga e intensa partecipazione
di popolo, proprio da Giuseppe Monaco, eccellente suonatore di violino, e in
seguito continuata con entusiasmo dal fratello Vittorio.
A partire dagli anni Novanta nuovi
autori affiancarono Vittorio Monaco nella composizione dei testi e delle musiche mentre
l’associazione “De Stephanis” si fece carico degli aspetti organizzativi.
Da allora giovani pettoranesi e non
pettoranesi hanno offerto un contributo notevole al Concertino, con parole e
musiche di pregevolissima fattura (Michele Ciccolella, Marco Del Prete, Pasquale
Orsini, Michele Avolio).
Grazie a tutti gli autori, di ieri e di oggi, e grazie
soprattutto alla gente di Pettorano, che non ha mai perduto il gusto di cantare e di augurarsi
con il canto un felice Anno Nuovo, il Concertino ha potuto perpetuare fino ad
oggi la tradizione, rinnovandola e adeguandola ai tempi. Ma anche cosi
rinnovata, la Serenata
di Capodanno è rimasta fino ad oggi «Serenata di notte antica». A Pettorano, la
notte di San Silvestro la gente continua ad uscire di casa e a ritrovarsi sulle
strade per ascoltare la canzone e cantarla. E nella folla sempre diversa, che
si aggrega e disgrega liberamente, a volte fino alle prime luci dell’alba,
riaffiora il sentimento immemorabile della festa popolare come rito comunitario
e augurio corale, di tutti a tutti.
Maggiori
informazioni sulla tradizione della Serenata di Capodanno a Pettorano sul Gizio
sono disponibili sul sito dell’Associazione Culturale “Pietro De Stephanis”: www.pettorano.com.