La mancata convocazione della commissione territorio, insieme agli altri ritardi che la pratica ha accumulato in oltre tre mesi, da
quando il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiesto
al Comune di
deliberare, sono le motivazioni alla base di due esposti che i comitati hanno
inviato rispettivamente al Prefetto dell'Aquila e alla Procura della Repubblica
di Sulmona. L'augurio per i comitati "è che sulla intera vicenda venga fatta piena luce dagli
organi preposti e che vengano accertate tutte le eventuali responsabilità.
Gli ambientalisti annunciano l'intenzione di vigilare durante la seduta dell'assise civica affinchè non vi siano ulteriori tentativi di rinviare,
magari a dopo le festività natalizie, la deliberazione sul progetto della Snam.
"Non è
ammissibile nessun ulteriore rinvio. Siamo già fuori tempo massimo per un atto che il Comune avrebbe potuto licenziare
già due mesi fa, se i tempi fossero stati rispettati." affermano "Il
rischio che si sta correndo è che il Ministero, almeno per quanto riguarda la
centrale di compressione, possa "saltare" il parere del Comune o,
peggio ancora, che possa considerare il silenzio del Comune come un sostanziale
assenso all'opera. A questo punto in Consiglio Comunale arrivano due
proposte : quella di cinque capigruppo (presentata fin dal 22 novembre) e
quella della Giunta, adottata alcuni giorni fa; sempre che quest'ultima abbia
completato l'iter previsto dalla normativa vigente (sino a ieri la delibera era
ancora alla firma del sindaco). L'auspicio" secondo i comitati "è che dal Consiglio Comunale
del 30 venga adottata una deliberazione che ribadisca in modo inequivocabile e
ben argomentato la contrarietà all'eco-mostro della Snam (centrale e
metanodotto); che stigmatizzi l'arbitraria decisione del Ministero di scindere
l'opera in due distinti procedimenti e ne chieda quindi la riunificazione
(diversamente potrebbe verificarsi l'assurda situazione di una centrale
costruita a Sulmona per un metanodotto che, invece, potrebbe essere realizzato
altrove); ed infine che chieda al Presidente
della Regione Gianni Chiodi e al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado
Passera, di attuare senza ulteriori indugi le rispettive risoluzioni del
Consiglio Regionale d'Abruzzo e della Commissione Ambiente della Camera dei
Deputati che, con voti unanimi, sanciscono la necessità di individuare sia per
il metanodotto che per la centrale una diversa localizzazione, comunque al di
fuori della dorsale appenninica."