PANEM ET CIRCENSEM
“Se c'è stata più gente al concerto di Nek che alla visita di Benedetto XVI
una ragione ci sarà. La faccenda del Papa, ma è una mia personale convinzione,
è andata come andata per una serie di questioni, tra cui sicuramente anche il
fatto che la gente fosse intimorita. Però, seppure il paragone possa apparire
blasfemo a prima vista, una riflessione va fatta. Vedo segnali di dialogo
incoraggianti. Sta a chi amministra valorizzarli e farli lievitare. La cosa
importante è che siano chiari ruoli e competenze, che ognuno si impegni a
rispettarli nell'interesse
collettivo
e riconosca a chi lavora e s'impegna il giusto merito. È stato bello ieri
(venerdi 26 agosto ndr) il concerto di Nek con tutta quella gente, è stata
divertente la notte bianca con la città stracolma. Da parte mia penso,
fermamente, che l'offerta e la progettualità di una città con una tradizione
culturale come quella di Sulmona non può e non deve risolversi esclusivamente
con grandi eventi d'intrattenimento. Che, pur essendo grandi e di buona
qualità, sempre d'intrattenimento restano. Salvo che non vogliamo inaugurare
una versione moderna del "panem et circensem" (per quanto il panem di
'sti tempi scarseggi un tantino). Va trovata una quadra seria, un equilibrio
nella distibuzione di risorse tra intrattenimento e cultura. Il centro storico
di Sulmona non è esattamente las ramblas di Barcellona, non c'è lo stesso
bacino di utenza, non c'è il mare e non siamo (per fortuna in questo caso) la Catalogna. La vocazione di un luogo
non s'improvvisa e non si stravolge, si valorizza e si tutela semmai. Sulmona
procede sempre in maniera schizofrenica. Esempio estremo quello dell'ordinanza
"anti-movida" e della notte bianca. Da un lato si ripudia di fatto la
moda dello sballo e dell'alcol, dall'altro ci si esalta per una nottata di
divertimento, certamente, ma fatta anche di migliaia di persone che sbevazzano
e sporcano tutto il centro. Da un lato si chiudono entrambi gli occhi sullo
"spaccio" delle feste di borghi e sestieri, dall'altro si fa passare
SulmonaCinema per una sorta di covo di ubriaconi e spacciatori notturni. Da un
lato si sogna una città attraente per un turismo che non sia solo mordi e
fuggi, dall'altro c'è il cortile di Santa Chiara e le pertinenze del parcheggio
che di notte diventano un pisciatoio all'aperto. Da una parte si aspira alla
qualità, dall'altra non c'è attenzione seria per la manutenzione dell'ambiente,
per la raccolta dei rifiuti per la minima educazione civica che rende un luogo
realmente di pregio e degno di rispetto per chi lo visita. Parliamo della
chiusura del Centro Storico (ma che stiamo ancora aspettando?) senza
interrogarsi su come valorizzarlo evitando le "utopippe" di gallerie
su traverse di Corso Ovidio ecc. L'idea di Iannamorelli della "piccola
Barcellona" può piacere o meno (a me non piace) ma è una proposta: tocca
raffrontarla con la realtà degli altri 364 giorni dell'anno e di un sistema che
è più complesso, con molte più contraddizioni ma detentore di un potenziale,
anche economico, molto più interessante delle pur ottime mega feste paesane
cavalleresche o della zampanella. Altrimenti il panem con la circensam con ce
lo fai. Salvo che non vogliamo solo cavalcare, populisticamente, l'onda di un
entusiasmo popolare legittimo, ma che mi sembra solo il frutto effimero di un
carnevale dopo la quaresima."
Nota storica.
La frase panem et circensem risale al poeta latino Giovenale che, nelle Satire, alludeva allo status della società romana del suo tempo (visse nell'epoca tra l'impero di Nerone e Adriano) . I governatori, per assicurarsi il consenso del popolo, distribuivano gratuitamente il pane e organizzavano giochi d'intrattenimento e spettacoli di gladiatori, gratuiti o a basso costo.
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